Erodoto riferisce che la medicina egizia era fortemente specializzata. La nostra documentazione conta un Papiro Smith (così chiamato dal nome del suo primo possessore) che purtroppo ci è pervenuto non integro. È la copia di un testo dell’Antico Regno, fatta in Epoca Lyksos, completa di glosse per spiegare i termini non più comprensibili. Altra fonte è il cosiddetto Papiro Ebers (anch’esso di Epoca Lyksos), lungo ben 20 metri, una raccolta sistematica di casi di medicina tolti da trattati diversi giunta a noi completa e con glosse. A questi papiri si aggiungono otto testi frammentari, alcuni coevi, altri posteriori, che sono semplicemente appunti scritti da praticanti o frettolose copie di originali andati perduti. Sotto il profilo della materia, risulta da tali documenti che la scienza trattava, parte a parte, la chirurgia, la medicina generale e parecchie specializzazioni fra cui oftalmologia, ginecologia, pediatria, gerontologia e malattie dell’ano. La sistematica della prassi appare ineccepibile: come i loro colleghi moderni, i medici egizi esaminavano il malato, identificavano la malattia in base ai sintomi (diagnosi) e ne prevedevano il decorso e l’esito (prognosi), e prescrivevano una terapia.